Chi ha paura della strega Madeleine Albright? (1)

Madeleine Albright é la protagonista del mio primo “Kommento di Kahani“.

La Albright, come spiego nel commento audio é stata responsabile dei più grandi crimini della fine del secolo XX, crimini commessi con una spocchia e un’arroganza infinite giacché all’epoca sembrava che l’unipolarismo globale a stelle e strisce avesse per sempre “dirottato” il corso della storia, per cui alle enormità si susseguivano le enormità “ça va sans dire” in nome della “libbbbbertà” e della “demokrazzzya” (e col sostegno di figuri nostrani come massimino d’alema e sergio mattarella, complici e assassini come la Albright, visto che “ladro é anche chi regge il sacco” -o concede le basi e lo spazio aereo, cosa che un Craxi, tanto vilipeso, non avrebbe mai fatto, come in occasione di ‘ElDorado Canyon’ contro Gheddafi-).

Di peculiare interesse, poi, la sua tendenza compulsiva a bollare di “Fascismo” letteralmente chiunque non sia un lacché servo della Casa Bianca: Kim Jong Il, Vladimir Putin, Bashar Assad, Viktor Orban…secondo lo schema della più classica ‘Reductio ad Hitlerum’.

La narrazione della Albright è noiosissima, stucchevole e pedante e si rifà al minimo comun denominatore per un pubblico che ha “imparato” le lezioni di storia, filosofia e geopolitica sui kolossal hollywoodiani e sulle fiction dei canali internet…la vera cosa interessante sta nella lettura trasversale che se ne può fare, vedendo su quali ‘interruttori emotivi’ lei prema per accattivarsi la simpatia del lettore medio (ad esempio, presentandosi come ‘rifugiata’).

Spero che la qualità della registrazione, nonché del mio eloquio e i miei tentativi di ironia rendano più leggeri e gradevoli i messaggi che vorrei lanciare e diffondere.

Dieci minuti di orologio sono la durata massima per la quale mi sento di poter abusare della pazienza del mio ascoltatore medio, per cui il ‘kommento’ all’intervista della Albright si concluderà in un post successivo.