Si allarga la “rissa transatlantica” il francese Le Drian dà manforte alla Merkel!

Jean Yves Le Drian, Ministro degli Esteri francese, “entra a gamba tesa” nella ‘querelle’ tedesco-americana, come un roccioso difensore de “Les Bleus” impegnato nella finalissima del Mundial russo.

Dal “calcio champagne” alla “diplomazia champagne”?

Come abbiamo visto i Tedeschi hanno già mobilitato i loro media in senso anti-americano, ma l’apporto di “alleati”, anche se sono i barboncini francesi, fa sempre comodo, utile soprattutto, a far sembrare la difesa di esclusivi interessi germanici una nobile battaglia a difesa dell’Europa Unita contro l’arroganza yankee e a deflettere la naturale antipatia coltivata in questi sedici anni di eurocrazia teutonica, che hanno prodotto risentimento in tutti i paesi distrutti e depressi dalle folli ricette a base di ‘austerità’ imposte da Frau Merkel e dai suoi lacché di Bruxelles.

La Francia é una nazione esausta; esausta economicamente, esausta demograficamente, esausta culturalmente, come una vecchia diva, come la Swanson di Viale del Tramonto, ma può ancora vivere ‘di luce riflessa’ gravitando attorno a Berlino.

D’altra parte ai Tedeschi la presenza di una Francia amica perché debole cliente serve, come ho già accennato, a dissipare l’idea di una “conquista neonazista del continente” con un velo di Europeismo ventoteniano buono per gli stolti e gli sciocchi lodatori di Spinelli (e che si sono scordati di Hobbes), la bandiera azzurra con le stelle, l’Innoallaggioja e tutta quella roba là.

Come spiega Fulvio Scaglione, giornalista che ammiro moltissimo in un articolo che consiglio a tutti di leggere, l’egoismo declinato in interesse nazionale deve essere la sola bussola e stella polare in politica estera, esattamente come lo é per Trump. l’Italia, se ha reggitori scaltri deve augurarsi che le iniziative trumpiste scuotano ben bene l’edificio europeo germanocentrico, perché in esso l’Italia sarebbe solo “una Grecia più grossa”, ma non deve permettere che lo distruggano (oppure, se lo distruggessero, dovrebbe mettersi subito d’impegno a ricostruirne uno migliore) perché alla fin fine, in Europa c’é anche lei.

Disincanto, disincanto, disincanto dev’essere la parola d’ordine; guadagnare spazi di manovra dove si creano, fare la faccia feroce, se serve, ma sempre lasciando lo spiraglio aperto all’accordo e all’accomodamento.

 

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